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Verticale Podere Erbolo

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brozzi
view post Posted on 25/11/2010, 00:11 by: brozzi
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http://davidebonucci.simplicissimus.it/201...iano-a-vertine/
Grazie per la splendida opportunità che ci ha concesso Filippo Cintolesi. Una verticale della (per adesso) breve vita del suo Podere Erbolo, in quel di Vertine. Un test su sei bottiglie svolto alla Cantina del Brunello a Siena, con un veloce tam tam tra amici. Eravamo comunque in nove persone, un panel sufficientemente affidabile. Serrato scambio di giudizi e direi una certa concordanza di vedute, seppur con le solite preferenze al fotofinish per l'una o l'altra bottiglia. Da dire subito che la preponderanza sangiovese nel blend "espressione del precedente stile chiantigiano" è palese e l'apporto di canaiolo e malvagia crea un mix decisamente inconsueto per i palati contemporanei troppo dis-educati da anni di barrique, tagli "migliorativi", merlot "arrotondanti" e cabernet "raddrizzanti". La rinuncia alla DOCG Chianti Classico e la volontà precisa di conservare l'apporto bianco al liquido è scelta che chiama rispetto e ammirazione. Il valido aiuto di Andrea Pagliantini (nato a Vertine, da genitori, nonni e bisnonni vertinesi), una sorta di coscienza vigile della chiantigianità verace, crea le basi per un risultato avvincente, ogni annata è figlia unica ed espressione dell'andamento stagionale e delle infinite variabili naturali.
Queste sotto sono le mie impressioni a memoria, niente appunti sul momento...

Salvino IGT 2004, 1300 bottiglie prodotte, prima annata in commercio, 0.75 ettari realmente produttivi fino ad adesso, un vin de garage. Vendemmia non seguita da Filippo ma dal mitico "Pipa", grande personaggio vertinese e custode della vigna negli anni precedenti. Esile e "diversamente composto", con la malvasia in evidenza. Color rubino-fragolino, trasparente, limpidissimo. Naso certamente non comune. Asciugante e con un ritorno acido dal retropalato. Un vino curioso, anche se si fatica inizialmente a mettere a fuoco. Non so come, ma alla fine non si riesce a staccarcisi e il bicchiere finisce e hai ancora voglia di bere. Embrionale ma intrigante. Aneddoto: il Maestro Gambelli osservò il colore nel calice con questo vino dentro, guardò Filippo ed Andrea con occhi brillanti e disse una frase rimasta storica: "Questo è sangiovese"!

Salvino IGT 2005, 2000 bottiglie, annata tribolatissima, lo conoscevo e le impressioni della volta scorsa non erano sbagliate. Mi piace, si beve alla grande, lo si riconosce tra mille. Ha personalità e una bella leggerezza di beva. Bocca più lunga che larga. Ne ho un avanzo a casa, provo a valutarne la tenuta nel tempo a bottiglia aperta...

Salvino IGT 2006 è un vino importante, se ne percepisce una minor originalità ma un passo serio che merita rispetto assoluto. Un vino adulto, l'adolescenza è finita. Direi che è la consacrazione di un buon lavoro in vigna e del grande rispetto della materia in cantina, una presa di coscienza che nei primi due anni sembrava ancora da centrare completamente. Più potente e tannico, largo e teso. Magari affinato potrebbe migliorare, ma già oggi fa una gran figura.

Erbolo IGT 2007 ha invece bisogno sicuro di altro affinamento, alcool e legno tendono a sovrastare il resto. Riparliamone tra un anno, potrebbe diventare grande come il 2006 e anche di più, vediamo...

2008 di Filippo Cintolesi IGT, sangiovese da uve comprate in zona e vinificate a Podere Erbolo. Mi è sembrato fresco e piacevole. Avevo già bevuto un bel po' vino quando l'ho assaggiato, ma lo ricordo con buona acidità...

Mariano IGT 2008, certamente indietro e scomposto, qui bisogna far ancora lavorare la materia, un po' presto per dare giudizi

Filippo sta pian piano cercando di ampliare superficie vitata attiva e quindi produzione totale. Fino ad oggi è stata solo passione ma è giusto che persone di splendida umanità e vera sensibilità chiantigiana abbiano modo di poter lavorare a tempo pieno, applicando medesimo rigore su una quantità di bottiglie professionale, consentendo davvero di vivere del lavoro in vigna e cantina. Spero che Filippo arrivi presto ad una quota attorno alle 8-10.000 bottiglie, anche per consentire una maggiore diffusione di questo eccellente lavoro: orgogliosamente ed eccentricamente tradizionale.
Anche Andrea Pagliantini sta per gettare le basi per un suo progetto di produzione vitivinicola. Il suo patrimonio di conoscenze, maturato a Pagliarese (esperienza chiave, per anni a fianco di Giulio Gambelli), a Meleto, a Ca' del Tondo (qui purtroppo sempre vincolato a scelte aziendali produttive discutibilli) potrebbe trovare una nuova espressione incompromissoria, da affiancare al bel percorso intrapreso con Filippo ad Erbolo. Certamente una gran bella notizia per chi crede che Chianti non sia un marchio da spremere ma un preciso luogo di fatiche e sogni, dove l'anima ha messo radici.

Edited by brozzi - 25/11/2010, 01:25
 
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