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Brunellopoli, Rassegna stampa

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view post Posted on 31/3/2008, 08:07
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Dalla cronaca locale di sabato 29 marzo

http://lanazione.quotidiano.net/siena/2008...alcino....shtml
http://lanazione.quotidiano.net/siena/2008...a_valdesi.shtml
http://lanazione.quotidiano.net/siena/2008..._leoncini.shtml

2008-03-29
L’INDAGINE tra le vigne del Brunello, del Rosso di Montalcino, del Moscadello e del Sant’Antimo va avanti senza sosta. Una quindicina le aziende già controllate dalla Guardia di Finanza, contro le 97 che nei mesi scorsi sarebbero risultate non conformi alla fine delle verifiche condotte dal Consorzio. Crescono anche gli «avvisi»: una ventina le informazioni di garanzia che pare siano già state emesse dalla Procura della Repubblica e che chiamerebbero in causa i legali rappresentanti di aziende vinicole anche molto famose e alcuni dei loro così detti «responsabili di cantina». Ipotesi, voci, ma nessuna conferma su come stanno procedendo gli accertamenti delle Fiamme Gialle: silenzio assoluto sia da parte dei finanzieri che della Procura. Tra le poche circostanze certe, il fatto che gli avvisi non hanno raggiunto i componenti del Consorzio. «Mai ricevuto nulla», taglia corto il direttore Stefano Campatelli.

GLI ACCERTAMENTI che hanno portato al sequestro di documenti e vino sarebbero partiti dopo un esposto presentato da alcuni piccoli produttori. Quasi contemporaneamente c’erano stati i controlli a campione che il Consorzio svolge regolarmente e che avrebbero rivelato diverse «irregolarità». In sostanza, alcune vigne non sarebbero state trovate «in linea» con quanto previsto dal rigido disciplinare adottato per la produzione del Brunello, un vino la cui fama ha superato ormai da tempo i confini nazionali.

ALCUNE AZIENDE dopo le prescrizioni si erano subito messe in regola, altre avrebbero preso tempo. Questo non significa peraltro che il vino prodotto non fosse di qualità o che si fosse consumata una frode.Si sarebbe trattato, per così dire, di peccati veniali. Un esempio. In quasi tutte le vigne crescono vitigni diversi. Può accadere per una serie di motivi, ma i grappoli non è detto che automaticamente finiscano nel tino del Sangiovese, la sola uva da usare per produrre Brunello.
E proprio in questa fase stanno cercando di far luce i finanzieri. Per sgomberare il campo dalle tante, troppe, ipotesi formulate in queste ore le Fiamme Gialle hanno voluto accertare i compiti del Consorzio del Brunello, acquisendo anche documentazione in varie aziende e nelle rispettive cantine. In mano ai militari ci sarebbero anche alcuni registri relativi all’entrata delle uve.

SIAMO COMUNQUE solo agli inizi degli accertamenti e nessuno al momento sa dire quanto dureranno e quante e quali aziende verranno ancora controllate dalla Guardia di Finanza. Del resto a Montalcino non si produce solo il Brunello ma anche altri vini di qualità come il Moscadello, il Rosso e il Sant’Antimo. L’indagine che ha portato i militari a passare ai «raggi x» quattordici ettari di vigneti e a fermare l’immissione in commercio di diverse bottiglie della vendemmia del 2003, riguarderebbe tutte e quattro le Denominazioni.

di LAURA VALDESI
«BISOGNA FARE alla svelta a tirare fuori i nomi di chi, eventualmente, ha commesso scorrettezze. Di questo stato di incertezza ne soffre tutta Montalcino». Ilio Raffaelli, nome che ha scritto la storia del paese facendo il sindaco dal ’60 all’80, dopo un decennio come vice-primo cittadino, ammette «di essere arrabbiato come un gatto in gabbia per questa vicenda». Nonostante i suoi 82 anni ha ben chiari in mente alcuni punti fermi, fra cui appunto la necessità di un’inchiesta rapida, compatibilmente all’accertamento della verità, da cui emergano, nominativamente, responsabilità. Ovviamente se ce ne sono.

«CREDO DI ESSERE la voce di un’intera comunità quando dico che c’è tanta rabbia a Montalcino. Trovo persone, come dire... frustrate perché un vino e un territorio sulla cresta dell’onda rischiano di essere coinvolti in un pasticcio. Non c’è quiz televisivo che non parli del Brunello, non c’è personaggio importante a cui non venga accostato. Insomma, questo vino è una religione. L’unica attività produttiva seria attorno alla quale ruota l’indotto turistico locale. Non sono per fare scandali, ma se qualcuno avesse sbagliato deve essere detto nome e cognome. E non solo». Raffaelli, che durante il proprio mandato ha visto nascere il Consorzio del Brunello difendendo a spada tratta la scelta dell’agricoltura rispetto a quella dell’industria quando era impopolare, ritiene infatti che il Comune debba scendere in campo. «Chiaro che l’amministrazione non ha responsabilità, l’ho anche detto al sindaco — prosegue Raffaelli — tuttavia deve essere pronta a costituirsi parte civile in un eventuale procedimento affinché venga riconosciuto il danno morale e d’immagine. Dovrebbe agire in tal senso anche il Consorzio, qualora una verifica sotto il profilo legale lo renda possibile». Ricapitolando: fuori i nomi affinché non si generalizzi «nella speranza che la lezione srva come monito per il futuro», gli enti devono tenersi pronti ad effettuare possibili azioni legali. Poi il terzo punto che Ilio Raffaelli pone sul tavolo della discussione: «Non sono assolutamente contro i grandi produttori, non sono per l’autarchia tanto per intendersi. Però occorre che vengano rispettate le regole del disciplinare. Se a Montalcino viene bene anche un altro vino, che magari tira maggiormente sul mercato estero, si produca e si chieda anche la dop. Ma non lo chiamino Brunello».

RAFFAELLI PARLA, ma pochi altri hanno voglia di esporsi e rilasciare dichiarazioni ufficiali a Montalcino. Qualcuno addirittura sussurra: «Finalmente un po’ di chiarezza». In paese, comunque, sono in molti a sostenere che è in atto (da tempo) una sorta di guerra dei piccoli produttori nei confronti di quelli più grandi. Altra voce: se fosse veramente finito del Merlot negli ettari del Brunello forse c’è stato un disguido a livello di vivai. Ma c’è chi subito la bolla come una giustificazione. Il presidente dell’Unione italiana vini, Andrea Sartori, annuncia invece di essere impegnato «in una valutazione responsabile dei fatti e si augura che analogo atteggiamento sia adottato da ogni soggetto a vario titolo interessato alla vicenda per non arrecare inutili danni all’immagine del vino italiano nel mondo».

2008-03-29
di ANTONELLA LEONCINI
«LE AUTORITÀ competenti, dopo le loro indagini, si pronunceranno e i produttori decideranno come comportarsi. Certo sono amareggiato, ma sono convinto che Montalcinco uscirà sana e a testa alta». Parla Giacomo Neri, il top del Brunello: titolo conquistato dopo che Wine Spectator, la «Bibbia» mondiale del vino ha premiato nel 2006 il Brunello 2001 della sua azienda Casanova come il migliore del mondo.
Dopo gli onori riconosciuti al Brunello, come valuta questa vicenda?
«Sicuramente si farà chiarezza; conto e sono fiducioso che i produttori eventualmente chiamati in causa riescano a dimostrare l’estraneità alle contestazioni».
Comunque, l’immagine del Brunello in questi giorni è offuscata...
«Il nostro vino resta sempre di alto livello: certi episodi, ancora da verificare, e comunque circoscritti, non possono danneggiare tutta la nostra realtà.».
Tutto questo accade in un momento cruciale, alla vigilia del Vinitaly.
«Il mondo del Brunello deve essere capace di dare un messaggio chiaro e forte, di fiducia e chiarezza. Certe vicende non possono intaccare un patrimonio di valori costruito nei secoli».
È difficile, comunque, unire produttori che nel tempo, anche perché spesso arrivati a Montalcino da realtà diverse, hanno preferito agire autonomamente.
«La diversità negli anni è stata una referenza del Brunello. Ma ora, insisto, il mercato deve unirsi nel generale interesse del Brunello».
Auspica collaborazione: come mai, però, la sua azienda Casanova ha disertato l’anteprima del Brunello?
«È stata solo una scelta dettata da contingenti motivi commerciali: i miei rapporti con il Consorzio sono stati e continuano ad essere ottimi, agisco e sono parte di questa realtà».

 
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view post Posted on 6/4/2008, 07:13
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Le aziende sotto sequestro, secondo le fonti di stampa, sono attualmente 5:
Antinori
Frescobaldi
Argiano
Banfi
Casanova di Neri

http://blog.gamberorosso.it/kelablu/node/710
 
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