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Azienda CAPARSA - Radda in Chianti, Filo diretto con Paolo Cianferoni

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Paolo Cianferoni
view post Posted on 26/2/2010, 09:21




Caparsa - Radda in Chianti
Eccomi qui a presentarmi. Per chi non mi conosce inizio subito a dire che, orgogliosamente, mi definisco un contadino. Questa parola negli ultimi decenni è stata un po disprezzata ma secondo me è la migliore che si possa usare per definirmi, poichè le energie della mia vita privata e lavorativa si mescolano qui a Caparsa tra cantina e vigne: quaranta anni di vendemmie, trenta condotte e vinificate personalmente e cinque figli. Il mio vino sintetizza un po la mia vita, ma è anche la sintesi di un territorio difficile e aspro (boschi, sassi, cinghiali, caprioli, istrici, vento, acqua, sole...) a 420/250 metri di altezza nel settore Nord di Radda.
Da sempre uso il Sangiovese, il Canaiolo, la Malvasia Nera e Bianca, il Colorino, l'Ancelotta, il Trebbiano e praticamente conosco solo questi vitigni (non ho mai fatto compromessi col mercato). I miei insegnanti sono stati gli ultimi ex-mezzadri provenienti dalla seconda guerra e mio padre che mi hanno tramandato il valore del lavoro manuale e di vita, concreto.
Il vino. Il vino è, sopratutto per me, un alimento e come tale agisco per produrre un alimento, non un prodotto voluttuario per soddisfare il mercato. Il mio vino è a volte un po durino e dura moltissimi anni (scusate il gioco di parole), ma dopo una giornata di lavoro, mangiando, premia la fatica. Ogni anno è diverso ed anche dopo aperta la bottiglia, dopo un'ora, tre ore, il giorno dopo il vino si evolve, è vivo: una variabilità sconcertante (anche per me!). Il fatto di non usare tecniche enologiche influenza l'instabilità , ma secondo me, rende unico il prodotto. Quanti vini avete assaggiato e dopo alcune ore (o minuti), perdono tutte le caratteristiche qualitative? Come una donna che vestita di Armani, una volta nuda è bruttina, io preferisco una donna che vestita al mercato, una volta nuda, è bellissima e unica...
Ma torniamo alla sostanza. Il mio sito è www.caparsa.it ed ho un blog dove esternizzo il mio senso critico del mondo vino: http://caparsa00it.blog.dada.net/ (prossimamente cambierà indirizzo). I miei vini principali sono il Caparsino (normale o Riserva secondo la qualità delle annate) e il Doccio a Matteo Riserva. Visitando il sito si può approfondire.
Ma sopratutto visitando Caparsa si comprenderà l'interazione tra uomo, ambiente e vino. Chi vuole, posso fare visite gratuite (per un tempo ragionevole), altrimenti visite ufficiali a pagamento secondo quanto riportato alla pagina web: www.ecoitaly.net/caparsa/Ita/environm.htm
Ciao a tutti, :rolleyes:
 
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andrea.petrini
view post Posted on 26/2/2010, 09:38




Ciao Paolo sono Andrea Petrini di Percorsi di Vino wine blog. Ci siamo visti durante l'ultimo pranzo a Montalcino.
Volevo chiederti notizie sull'ancellotta. So che la metti nel Doccio a Matteo e volevo capire due cose: fino ad ora non ho mai visto in Chianti un produttore che utilizzasse questa uva (almeno ufficialmente) per tagliare il Sangiovese. Volevo sapere, in tal caso, se l'ancellotta è tipica in chianti e quali sono i suoi pregi.

Grazie
Andrea
 
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view post Posted on 26/2/2010, 10:11
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ok, grazie Paolo. Credo che quello che scrivi rappresenti una sorta di paradigma di quello che un appassionato vorrebbe leggere sempre da un produttore: passione, ricerca della qualità vera, onestà, sincerità, disponibilità. Tutte qualità che chi ti conosce, già sa che possiedi e pratichi. E questo lo dico senza assoluta piaggeria, casomai con ammirazione e rispetto.
Per chiarezza espositiva, apro un thread apposito per Caparsa e sposto lì l'intervento. Sperando che anche gli altri produttori si presentino... :)
 
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Paolo Cianferoni
view post Posted on 26/2/2010, 15:40




Andrea, ti spiego la mia esperienza con l'ancelotta.
Mio padre negli anni sessanta/settanta produceva vini Chianti Classico cercando di sopravvivere ai prezzi veramente bassi in quel periodo di crisi. Vendeva in partita alle Chiantigiane (soc coop) che gli rimproveravano vini poco coloriti. Essendo professore universitario di economia agraria, chiese consiglio a un collega professore di viticoltura. Lui gli consigliò questo vitigno, che veniva (e ancora credo) usato in Emila Romagna perchè ad alto contenuto di colore.
Piantò così un piccolo vigneto di ancelotta (primo in Toscana) che veniva usato da mio padre come governo all'uso Toscano.
Poi sono arrivato io che ho cominciato a produrre rese molto basse, con l'agricoltura biologica. Ho tentato di vinificarlo in purezza ma senza buoni risultati. E' un vitigno molto simile al colorino. Qui da me produce veramente pochi grammi per pianta, uva spargola, che matura bene in quanto può essere vendemmiata tardivamente: non muffa. Il vino che se ne ricava ha una acidità bassa e, nel periodo che andava di moda il merlot per migliorare il Sangiovese, ho pensato di provare a mettere una piccola percentuale di ancelotta e colorino con il Sangiovese (il migliore che potevo trovare nelle mie vigne), per diminuire la forte acidità che il sangiovese (cloni antichi) mi regalava questa terra. Molti mi criticavano (e mi critcano) che i miei vini sono con acidità più alta del normale e per non usare disacidificazioni chimiche ho pensato di utilizzarlo come attenuatore dell'acidità. Oltretutto è un vitigno neutro che non influenza in modo significativo le caratteristiche degli altri vitigni (il colore si!).
Penso che tutto sommato ora sono riuscito a trovare un'equilibrio poichè piccole differenze in percentuale fanno differenze enormi al gusto.
Il Doccio a Matteo 2006 Riserva è forse il vino migliore che abbia fatto con questa composizione. Ancora un po giovane, ma comincia ad essere veramente godibile!
 
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andrea.petrini
view post Posted on 26/2/2010, 15:48




Grazie Paolo, anche qua nel Lazio l'Ancellotta è nota per il suo potere colorante per cui la tua era la risposta che immaginavo. Grazie!!!

Altra domandina: quanti anni hanno le tue vigne in media? ci sono dei Cru particolari che vorresti/potresti vinificare da soli?
 
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Paolo Cianferoni
view post Posted on 26/2/2010, 16:13




Da dieci anni i miei vigneti, con grande sacrificio, vengono rinnovati. Ho circa 11,30 ettari e sono circa al 60% del rinnovo. Dal 2007 in poi i miei vini risentono di questi nuovi cloni di Sangiovese (più morbidi, acidità più contenute, maturazioni uniformi, Cloni Chianti Classico 2000/1 e 2000/4 e 200/5 e simili, con portainnesto 420A e/o 110 Richter).
Sono sicuro che, recessione permettendo, tra dieci anni i miei vini potrebbero essere ai vertici... ma forse sogno come i veri vignaioli! Comunque ho vigneti di circa:
2 ettari di 45 anni; 0,3 ettari di 35 anni; 1,3 ettari di 10 anni; 1,3 ettari di 7 anni; 2,3 di 5 anni; 0,8 ettaro di 4 anni; 1 ettaro di 3 anni; e 2,3 ettari in rinnovo quest'anno....
 
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view post Posted on 26/2/2010, 17:44
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Paolo, una domanda anch'io.
Hai riscontrato una certa omogeneità nella composizione geologica del terreno vitato o ci sono porzioni che reputi possano dare un vino sensibilmente diverso, proprio per una diversa mineralità?
Te lo chiedo perchè ultimamente stiamo andando un po' in fissa con la zonazione, sarebbe interessante provare ad estremizzare il concetto di parcellizzazione delle vigne, come succede da secoli in Borgogna, alla ricerca della qualità (con i risultati straordinari che conosciamo)
 
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Paolo Cianferoni
view post Posted on 26/2/2010, 19:08




Per quanto mi riguarda ogni vigna, tutte intorno al centro aziendale, ha le sue caratteristiche determinate da età, esposizione, cloni, sesto di impianto e forma di allevamento. La qualità è determinata dall'esperienza del vignaiolo, a Caparsa io, ma anche dai mezzi (e dal personale) a sua disposizione. In vigna e in cantina è fondamentale la tempistica giusta. E' quindi a mio parere difficile parlare di qualità se si sbagliano i tempi.
Detto questo, a Caparsa ma in genere a Radda in Chianti tra i 400 e i 500 metri, nello stesso vigneto esistono terreni di alberese, galestro, e argilla con sabbia, giaciture che affiorano ora uno ora l'altro nello stesso vigneto (vedi nel mio sito le foto e le caratteristiche di questi suoli: www.caparsa.it/suoli.htm ). Non sono quindi terreni omogenei nel singolo vigneto come accade in media o bassa valle. Questo presuppone la consapevolezza della "media" tra singoli suoli dove insistono le vigne.
In conclusione io parlerei, meglio, di produzioni da singoli vigneti. Ciò non toglie che potrebbe essere possibile dividere le uve nei singoli differenti terreni, e produrre il vino per tipo di terreno e non per vigneto, ma questo porterebbe a dei costi più alti. :)
 
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albero2
view post Posted on 27/2/2010, 12:02




La discussione è molto interessante, questo è lo spirito giusto del forum
Un grazie a Paolo
... e a Brozzi per la bella idea. :D
 
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view post Posted on 27/2/2010, 23:03
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CITAZIONE (Paolo Cianferoni @ 26/2/2010, 19:08)
In conclusione io parlerei, meglio, di produzioni da singoli vigneti. Ciò non toglie che potrebbe essere possibile dividere le uve nei singoli differenti terreni, e produrre il vino per tipo di terreno e non per vigneto, ma questo porterebbe a dei costi più alti. :)

Mi fa piacere vederti possibilista, ho impressione che quella che abbiamo ipotizzato potrebbe essere una strada interessante. Per i costi, tutto è relativo. Quando un vino è grande , qualche euro in più di spesa allo scaffale si giustifica e si sopporta facilmente ;)
 
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Paolo Cianferoni
view post Posted on 28/2/2010, 11:03




Devo ammettere che l'idea mi intriga, vediamo cosa posso fare per la prossima vendemmia 2010!
Sopratutto lo dico oggi dopo una visita ieri di alcuni fotografi di San Pietroburgo accompagnati da Filippo Magnani che, dopo aver fatto visita a Soldera, Biondi Santi, Case Basse e Montevertine sono venuti qui a Caparsa e dopo una verticale di Doccio a Matteo (ti ricordi quella che abbiamo fatto a Lucarelli?) hanno senza esitazione, tra l'altro, acquistato due bottiglie (delle 25 che avevo) di 2001 a 327 euro l'una...
Queste sono le soddisfazioni vere per un coltivatore che, se non rimangono fenomeno isolato, possono mettere le ali di giusto entusiasmo per produzioni come tu dici.
 
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view post Posted on 28/2/2010, 11:16
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Bel colpo! Probabilmente la 2001 non è la migliore annata, l'effetto rarità più che il contenuto effettivo, esercita un notevole fascino sull'acquirente selettivo.
Nel discorso che facevamo sul vino ricavato da porzione di vigna con caratteristiche di eccellenza specifica, unendo insieme l'effetto rarità e una qualità di vigna-terreno-esposizione davvero superiore, forse puoi ottenere un cru di vero prestigio, in grado di trainare tutta la produzione sottostante. Se non altro sarebbe un esperimento, di per sè meritevole di attenzione da parte degli appassionati...
 
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Paolo Cianferoni
view post Posted on 1/3/2010, 18:36




il 5 e il 6 Giugno ci sarà un evento degustativo nella bellissima cornice del Paese di Radda in Chianti dove, quest'anno, ci saranno oltre ai nostri vini raddesi, anche 5 o 6 produttori di Barolo (si, avete capito bene, Barolo!). Ci sarà anche una degustazione comparata dei due vini condatta da: o Armando Castagno, o Franco Ziliani o Ernesto Gentili. Voi chi preferite?
 
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albero2
view post Posted on 1/3/2010, 19:00




CITAZIONE (Paolo Cianferoni @ 1/3/2010, 18:36)
[cut]................................. condatta da: o Armando Castagno, o Franco Ziliani o Ernesto Gentili. Voi chi preferite?

Ernesto lo conosco personalmente e lo saluterei volentieri :)
 
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view post Posted on 1/3/2010, 21:30
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CITAZIONE (Paolo Cianferoni @ 1/3/2010, 18:36)
Ci sarà anche una degustazione comparata dei due vini condatta da: o Armando Castagno, o Franco Ziliani o Ernesto Gentili. Voi chi preferite?

L'amico Armando è la prima scelta. Mente acutissima ed estremamente meticoloso, senza mai perdere la simpatia
 
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50 replies since 26/2/2010, 09:21   973 views
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