CITAZIONE (brozzi @ 23/11/2010, 09:26)
Domenica 22 novembre 2010 - Dopo pranzo a chiacchierare amabilmente, impressioni e temi liberi, dopo la verticale di sei annate 2003-2008, organizzata dall'Enoclub Siena.
Qualche nota personale:
2003 - Primo anno di produzione. Vigne vecchie, le stesse uve del base ma con un passaggio in barrique e botti nuove, semplicemente un anno in più sui legni del base. E' un'annata interlocutoria, non ancora pienamente messa a fuoco. Cannella e leggero vanigliato, più rotondo e meno acido delle versioni successive. 88/100
2004 - Solo botte, raggiunge un primo importante risultato, pienezza e affinamento adeguato, in annata idonea e lavoro in cantina ben calibrato. Volatile lasciata volutamente libera di esprimersi, ma che si ricompone con prontezza portando con sè splendidi profumi di visciole e rose, oltre ad una bevibilità pericolosamente semplice ed invitante. 91/100
2005 - Non uscito in commercio, 2000 bottiglie prodotte per uso personale del produttore. Manca in acidità, più verde e alcolico, rabarbaro. Somiglia più ad un nebbiolino che ad un sangiovese. Gli è mancato il calore di settembre, annata molto piovosa nel pre-vendemmia. Non sfigura, può disorientare ma non parlerei di delusione, piuttosto di espressione particolare in annata travagliata. Giustamente diversa dalle annate adiacenti. 89/100
2006 - Prima annata con Castelli e quindi netto cambio di stile. Maggior pienezza di frutto, riempie le papille della lingua e avvolge il palato, con bella persistenza. La mia annata preferita nel lotto. 93/100
2007 - Struttura e spina acida importante, di buona imponenza, saporita, pulita, con finale teso e persistente. Una bevibilità nitida e austera. Palato peposo, asciugante sulla lingua ma mai allappante. Ancora un paio d'anni e ci siamo alla grande. 92/100
Una premessa: 1. Grazie Davide per tutto quello che stai facendo con l'Enoclub. 2. Grazie ovviamente a Michele per averci reso partecipi di questa bella degustazione e per le ore trascorse insieme che ci hanno permesso di dilettarci sui suoi vini.
Ciò premesso, volevo aggiungere anche le mie impressioni sulla verticale di domenica scorsa. Fondamentalmente concordo coi tuoi giudizi Davide, anche i miei punteggi sono praticamente simili. Tenendo presente che con i numeri non si riesce talvolta a dire ciò che veramente si è provato (e domenica abbiamo bevuto dei grandi vini) e magari si corre il rischio di sminuirne il vero valore. Anche perchè tutto vorrei fare, tranne che arrivare a sentenziare (con la mia "esperienza", capirai...) su un lavoro e un produttore che da anni, con tanti sacrifici, lavora per poterci far arrivare in tavola quello che noi in pochi minuti siamo a "giudicare".
Qualche mia nota in tutta libertà:
tra le tante chiacchiere e qualche boccone ogni tanto si sorseggiano le varie annate del Campitello... mi piacerebbe rifare, con calma, la verticale per poter confermare i miei giudizi. Troppe cose si sono verificate tutte insieme: il piacere di conoscere nuove persone, la degustazione per la prima volta in maniere ufficiale (di una platea si competente) e anonima di
un vino bianco da tavola che magari un giorno diverrà qualcuno...
e quindi la mia attenzione spostata a raccogliere tutte le impressioni dei commensali, insomma l'adrenalina almeno inizialmente era maggiore dell'alcol inside my veins
.
Dico che mi piacerebbe rifarla anche perchè una piccola parte della degustazione è stata sacrificata: la luce del ristorante era troppo tenue e gialla. Ottima per una cena tête-à-tête
ma non altrettanto per poter apprezzare in pieno il colore del vino che, si sa, al meglio avviene con luce abbondante su tovaglia bianca. Cosa che comunque non ha certamente sminuito la parte olfattiva e gusto-olfattiva
(in ordine di servizio)
Quel vino bianco di cui ho accennato prima... mi astengo perchè in conflitto di interessi.
Fate Vobis (mi interessa davvero ciò che ne pensate...)
Il Campitello Monteraponi.
2003 - Se questa è un'annata che tutti ricorderemo per essere stata forse la più calda (parlo dell'estate) della storia vitivinicola italiana, beh, sarà che Radda sta in alto tra le colline, sarà stata pure la prima annata... ma per me il vino è morbido e di buon equilibrio, neanche lontanamente paragonabile a molti cugini toscani "cotti" dello stesso vintage. Certo è un vino più sul maturo che sul pronto ma ad averne di vini così "da consumare subito"! (By the way, thanks a lot Michele per la bottiglia
) - Al volo ho scritto 88 sul mio foglietto... vedo che coincide col tuo Davide!!!
2008 - Non giudicabile. Rischierei di dire fesserie. Tutto ancora prematuro. Al naso ancora ridotto e un pò volatile. A presto per quando nascerà. E' ancora nel ventre (botte) della mamma.
2007 - Un vino a cui mi viene da dare "l'armonico". C'è tutto! Che si vuole di più da un vino? Al naso è ampio e fine, la frutta abbonda ma ciò che si confermerà strabiliante poi anche in bocca è la speziatura. Speziatura che mi provoca una battuta sfrontata, dico a Michele: "Sembra quasi ci sia del Sirah!!!" e Michele
quasi "conferma" perchè mi insegna essere data dal Canaiolo presente all'8% (il resto è Sangiovese 90% e Colorino 2%, insomma un Chianti Classico vero). Mentre parlo sono estasiato dalla PAI che in bocca non finisce mai, insomma equilibrio tra le parti morbide e dure ne fanno davvero un vino di qualità fine. Per me un 93 abbondante.
2006 - Stretto parente del 2007, anche qui il naso è complesso e di fine equilibrio. In bocca frutta rossa e nera, alcol e glicerina nelle dosi che vorremmo perchè ci pervadono la bocca con eleganza e sono ben bilanciati dalla freschezza (che lo farà andare avanti nel tempo tranquillamente). Ancora questa bellissima speziatura, tipica a questo punto di tutta la verticale, col pepe che non è certo proveniente dallo stufato nel piatto. E per uno come me a cui non piacciono particolarmente i cibi speziati, questo pepe del vino è di un'intriganza sorprendente. La persistenza in bocca è sempre bella lunga così come l'intensità. E' di conseguenza un vino elegante e fine. Per me leggermente sotto al 2007: 90/100. L'annata successiva, la 2007, sembra avere una struttura maggiore e la preferisco per questo. Diciamo che è come avere due fratelli campioni, ma col più piccolo, il 2007, che si fa preferire perchè mostra più talento. Bisogna solo verificare che lo esprima al meglio in futuro (vediamo come procede l'affinamento).
2005 - Qui le peripizie dell'annata sembrano dover giustificare ciò che in bocca poi così male non è. Forse Michele è troppo modesto o pretende tanto da sè e i suoi vini. Ci lascia col dubbio se le poche bottiglie prodotte non le ha messe in commercio perchè non soddifatto della qualità raggiunta o perchè voglia tenere e proteggere a casa un vino, quasi come quel figlio che ha bisogno di più cure perchè il più vulnerabile di tutti i fratelli. Ipotizzo di mia fantasia: probabilmente senza le spiegazioni delle disavventure meteo (che in etichetta è difficile mettere!) sarebbe potuto andare incontro a giudizi sommari che Michele per i suoi standard qualitativi non vorrebbe ricevere. Ma siccome un figlio è sempre un figlio, sta a casa protetto tra le braccia di mamma.
E' un vino più scarico del 2006, la frutta nera matura si sente, prevale la parte morbida con una dolce speziatura di cannella e caramella d'orzo, qui il pepe non c'è e le parti dure del vino acidità e tannini hanno già dato, ragion per cui è un vino maturo da non far invecchiare troppo. Ma uno con le proprie creature fa quello che vuole! Per me siamo intorno a 87.
2004 - Qui ritrovo il vino che me lo fece preferire tra tutti i raddesi nel giugno scorso in occasione del pranzo alle Panzanelle e Radda nel Bicchiere. Se il 2006 e il 2007 sono i fratelli talentuosi, qua c'è il babbo che sa il fatto suo. Al naso è complesso e fine. In bocca quello che alla fine di tutto colpisce è l'eleganza totale di un vino che ha classe in tutte le sue dimensioni: Sentori primari, frutta e spezie gentili. La morbidezza è ampia e i tannini raffinati. Ne risulta una struttura consistente, equilibrata e matura. La PAI prosegue a lungo e costringe a cercare la bottiglia per versarne ancora! Confermo il mio 90 di qualche mese fa. Anche se mi rendo conto che ho dato lo stesso punteggio al 2006, devo dire che ci arrivano in modo diverso. Come dicevo il primo è il babbo e il secondo è il primo genito. Una gran bella beva entrambi, ma forse da prendere con due approcci distinti.
Un caro saluto a tutti e perdonate la lungaggine di questo post (e anche le cazzate dette
).
Alla prossima gita in Toscana.
Giovanni